La Comunità Energetica Rinnovabile – CER gioca un ruolo chiave nella Transizione Energetica, quel processo che segna il passaggio verso un sistema basato sull’utilizzo di fonti energetiche rinnovabili, sostenibili e a basse emissioni di CO2 con l’obiettivo di combattere la crisi climatica.
Il suo modello innovativo di condivisione dell’energia è basato su uno schema win-win, per cui tutti gli attori coinvolti ottengono dei vantaggi tangibili, compresi il sistema energetico nazionale e l’ambiente.
Vediamo quindi nel dettaglio che cos’è una comunità energetica rinnovabile e perché può fare la differenza per la comunità e per il pianeta.
Una Comunità Energetica Rinnovabile (in breve CER) è un’associazione di almeno tre soggetti di uno stesso territorio che collaborano per diventare energeticamente indipendenti, condividendo l’energia prodotta da uno o più impianti a fonti rinnovabili, come ad esempio gli impianti fotovoltaici.
In questo modello i consumatori diventano prosumer (dall’unione di producer e consumer) e ottengono un ruolo sempre più attivo e responsabile nel processo di transizione energetica. Ma chi può entrare a far parte di queste comunità?
Chiunque può far parte di una comunità energetica. I suoi membri possono essere soggetti pubblici o privati – persone fisiche, enti locali e religiosi, Piccole e Medie Imprese – purché situati vicino all’impianto di produzione di energia pulita legato alla comunità.
La partecipazione deve avvenire su base volontaria e l’ingresso e l’uscita devono essere garantiti da criteri oggettivi e non discriminatori.
Per costruire una comunità di energia rinnovabile in Italia, il primo passo è individuare i potenziali aderenti e verificare che si trovino all’interno di un’area servita dalla stessa cabina primaria. Per farlo è sufficiente effettuare un controllo sui siti web dei distributori locali.
Il passo successivo è trovare l’area dove installare l’impianto di produzione, che deve trovarsi in prossimità dei membri della CER. L’impianto non deve necessariamente essere di proprietà della comunità, può essere anche messo a disposizione da uno o più membri o da un ente terzo.
Una volta che l’impianto è funzionante, ogni partecipante alla community deve installare un contatore intelligente (smart meter) per misurare i propri consumi energetici. Nel frattempo, la CER deve fare richiesta al GSE per ottenere gli incentivi previsti.
Lo scambio di energia elettrica pulita tra i membri avviene tramite l’infrastruttura della rete elettrica nazionale: i partecipanti alla comunità continuano a immettere e prelevare energia dalla rete di distribuzione esistente, pagando la bolletta al proprio fornitore di energia, e ricevono periodicamente dalla comunità l’importo rispetto all’energia condivisa.
Nel nuovo paradigma energetico, queste comunità svolgono un compito fondamentale e sono portatrici di numerosi benefici. Il loro scopo principale è la condivisione di energia verde fra i suoi membri, ma presentano comunque diverse implicazioni positive a livello sociale, economico e ambientale.
Fare parte di una CER significa adottare un sistema di produzione di energia green proveniente da fonti rinnovabili e strategie di efficientamento energetico. Questo implica una riduzione dell’impatto ambientale sul territorio circostante e minori emissioni di CO2 nell’aria. In altre parole, le comunità energetiche contribuiscono alla mitigazione del cambiamento climatico.
A livello sociale, una CER può avere un forte impatto sul territorio con ricadute positive sulla qualità della vita in una determinata area e sull’indipendenza energetica di un territorio. Questo a beneficio anche delle famiglie con meno possibilità e dei cittadini più fragili, contribuendo a migliorarne il benessere e la qualità di vita.
Inoltre, le comunità contribuiscono a rendere più forte il sistema energetico nazionale nei confronti di choc energetici derivanti da calamità climatiche e delle fluttuazioni del mercato dell’energia.
Fare parte di una comunità energetica significa tagliare notevolmente i costi della bolletta, senza tralasciare il possibile guadagno legato all’energia prodotta in eccesso grazie ai meccanismi degli incentivi del GSE.